domenica 8 novembre 2009

Energia Sociale

di Simone Signore

Ershad Ali è un agricoltore del piccolo villaggio di Tikuria, nell’upazila (il livello base dell’amministrazione pubblica bengalese) di Haluaghat, nel nord Bangladesh. Come il 70% dei suoi connazionali, è sprovvisto di elettricità, costretto a soddisfare i suoi bisogni energetici tramite lampade e fornelli a kerosene, tanto inquinanti quanto pericolosi. Come molti nel suo villaggio, però, il signor Ali possiede una grande risorsa: una mini-mandria di sei vacche da pascolo.

Tanto è sufficiente alla Grameen Shakti (letteralmente “Energia del Villaggio”) per garantire ai molti bengalesi come Ershad un prestito di 30.000 taka (poco più di 290 euro, ripagabili ad un interesse annuo del 5,8%) per costruire un impianto a biogas, tecnicamente detto biodigestore: si scava una vasca di ampiezza e profondità variabili, sostenuta attraverso una struttura a reticolo in legno, da cui partono a raggiera dei tubi in plastica; infine, si copre il tutto con un telo impermeabile. Il pozzo viene successivamente riempito a cadenza regolare con un miscuglio di letame ed acqua.

Mohammed Delawar Hossain, ingegnere della Grameen Shakti, spiega: “Quando progettiamo un nuovo impianto, teniamo conto sia delle risorse disponibili che della grandezza del nucleo familiare: ad esempio per una famiglia di 5 o 6 individui basta una cavità di 1,2 metri cubi; se gli individui sono da 8 a 10 optiamo per una buca di 1,4 metri cubi”. “Anche se all’inizio il sistema prevedeva solo l’utilizzo di letame bovino, abbiamo poi scoperto che l’aggiunta di escrementi di pollame aumentava la resa degli impianti. Così il proprietario riceve non solamente gas a sufficienza per cucinare tre volte al giorno, ma riesce persino a guadagnare 2.500 taka rivendendo la quantità di gas in eccesso alla propria comunità” ci dice inoltre il collega Fazley Rabbi.

Grameen Shakti, che ha già stupito il mondo con la sua campagna d’installazione di pannelli solari a basso costo (ad oggi più di 100.000 impianti in tutto il paese), fa parte della famiglia di società Grameen, che partendo dal rivoluzionario successo ottenuto con il sistema del micro-credito (grazie alla lungimiranza di Muhammad Yunus), si è ora espansa in 25 diversi ambiti, tra i quali figurano, oltre all’energia, anche educazione e sanità. Inoltre il processo messo in atto dalla società energetica bengalese potrebbe essere accelerato da un sussidio in arrivo dalla World Bank, che ha promesso 9 dollari per ogni riduzione di una tonnellata di emissioni di CO2. Ciò dovrebbe aiutare la società non-profit a diventare economicamente auto-sufficiente, grazie anche al notevole ritorno che già ottiene proprio dalla vendita di sistemi a pannelli solari, mercato nel quale è tutt’oggi leader indiscussa.

Sono attualmente presenti in Bangladesh più di 30.000 impianti biodigestori, ma l’orizzonte dei più ottimisti è parecchio lontano, stimato intorno ai 4 milioni di potenziali installazioni in tutto il paese. Tikuria è tra i villaggi più virtuosi in questo senso, con ben 50 impianti a biogas, tanto che il più grande finanziatore di progetti ecologici, l’Infra-structure Development Company Ltd (IDCOL) l’ha recentemente decorato della targa di “Biogas Village”, nel rispetto dei propri appositi standard. Ora il 40% della popolazione nel villaggio riceve energia attraverso tale sistema, riducendo i danni agli occhi ed alle vie respiratorie provenienti dalla combustione del kerosene e diminuendo allo stesso tempo il rischio di contrarre malattie infettive.

“È il sogno di tutti gli alchimisti!” esclama lo studente di economia e blogger bengalese Benjamin: “da sempre essi cercano di trasformare il piombo in oro, pur dimostrando una certa ignoranza in materia di politica monetaria (infatti un mondo di solo oro è un mondo in cui scompare il valore dello stesso)! Certo è che sarebbero estremamente sedotti dall’idea di trasformare qualcosa di comune ed inutile in una risorsa preziosa come l'energia”.

Il sistema introdotto da Grameen Shakti è molto apprezzabile anche dal punto di vista sociale, in quanto si basa, come il micro-credito, sulla collaborazione di piccoli-medi gruppi di famiglie, che per superare il limite dei costi decidono di impegnare le risorse finanziarie private per uno scopo e beneficio comune, creando quello che azzardo a definire un social network energetico. Il servizio di manutenzione è inoltre composto interamente da personale femminile appositamente addestrato: si evita così lo stallo per il fatto che la cultura locale non consentirebbe alle donne (che di norma sono le sole presenti al momento dell’intervento) di interagire direttamente con i tecnici maschi, se non alla presenza del marito.

Insomma, quella di Grameen Shakti risulta essere una piccola grande rivoluzione, che potrà aiutare i poveri ad esserlo un po’ meno ed allo stesso tempo rendere il mondo un posto meno inquinato. In tal senso è importante il riconoscimento ottenuto dalla società di Yunus alla recente cerimonia degli Ashden Awards (tenutasi a Londra nell’estate 2008) per lo “Eccezionale Risultato Ottenuto”.


Riferimenti:

The Financial Express - Biogas fires up dreams in rural Bangladesh http://www.thefinancialexpress-bd.com/2009/05/30/68188.html
Benjamin In Bangladesh! – Grameen Shakti http://learnfromthepoor.wordpress.com/2008/06/16/grameen-shakti/
Studyunus.net - Grameen Shakti wins green energy award http://studyunus.wordpress.com/2008/06/22/grameen-shakti-wins-green-energy-award/
PBS Broadcast – Energy e2 http://www.pbs.org/e2/episodes/202_energy_developing_world_trailer.html

Nessun commento: