venerdì 26 febbraio 2010

L'Orca Assassina e i paladini della libertà

Diego Zunino


In quest'ultimo periodo penso di stare assistendo a un sovraccarico mediatico di scandali cui forse avrò passivamente assistito solo nel 1992 quando, allora quattrenne, ritenevo che i politici fossero una derivazione dei miei tanto amati poliziotti con le loro macchinine blu e le pistole e i caschi blu supereroi nella Jugoslavia, paese che chissà perché mi era vietato visitare con il solo tesserino azzurro del certificato di nascita.

Ora non vorrei fare il solito sinistrorso radical chic che sorseggiando il suo bicchiere di whisky di buona qualità si strugge "con la faccetta sempre sofferente" a spiegare "che quest'Italia fa schifo, che ne vorrebbe un'altra salvo che... non ha mai lavorato!" (cit.) pur tuttavia non posso fare a meno di non notare questo accanimento verso il mondo della politica in generale. Prima Silvio, poi Marrazzo, dunque Delbono, per finire con Bertolaso. Accanto a scandali nel mondo della finanza come l'ultimo di Fastweb e il senatore eletto con i voti della 'ndrangheta. Anche ad Albissola, nel mio piccolo paese viene presuntamente "inchiodato" l'ex sindaco e nel piccolo, qualche blog lo ricopre di un fango mediatico di dubbia provenienza giacché di costui non si sa nemmeno il movente per cui avrebbe dovuto accettare, presso il proprio ufficio (sic!), una tangente da 50 000 €.

Il pericolo è quello di non riuscire più a distinguere l'informazione dalla calunnia, il vero dal falso. Tutto ribolle in un calderone cui si aggiungono ogni giorno nuovi ingredienti sempre gridando allo scandalo, logorando la credibilità delle istituzioni e, io sono convinto, intralciando il lavoro di indagine della magistratura. Non posso giudicare se questa sia o meno ad orologeria, o come dice Spinoza.it nel caso di Bertolaso a sismografia, pur tuttavia sfido ora il lettore medio a non credere a un certo tipo di coincidenza o a non sentirsi in un periodo di forte instabilità.

D'altro canto l'attuale maggioranza, più "Orca Assassina" che "Balena Bianca", va a nozze con questo clima, che fomenta istituendo una dicotomia gravissima e inaccettabile per ogni persona dotata di un briciolo di razionalità: la maggioranza è il bene e la libertà. La sinistra il male che vuole comporre un esercito di extracomunitari per tentare un golpe elettorale una volta fallito quello togato.
Trasformare l'avversario in nemico è quanto di più riprovevole che io possa accettare: creare i "promotori della libertà" "Un esercito del bene contro l’esercito del male, di chi ama contro chi odia. Una forza popolare, un vero e proprio esercito di difensori della libertà, composto da uomini, donne, giovani, da italiani che si schierano e si impegnano", che faranno capo direttamente a Lui.

Dalle parole del Presidente mi è venuto in mente la scena finale de "Il signore degli Anelli - le due torri" con l'esercito dei cattivi -brutti, sporchi, puzzolenti e feroci- assalire la candida cittadella fortificata e venire sgominati alla fine dall'intervento di una pattuglia di cavalieri bianchissimi, guidati dal loro carismatico leader, il buon Gandalf il bianco.

A questo punto non ci resta da capire per quale esercito schierarsi, i paladini e le camicie verdi contro le ordalie sinistrorse. Per gli interessati è stato istituito persino un tesseramento online, ecco il link http://www.promotoridellaliberta.it/index.php/iscriviti/registers. Ora scusate ma mentre gli araldi chiamano alle armi corro a Granburrone a fumarmi l'erba pipa.

sabato 20 febbraio 2010

Signor Presidente, Mi Compiaccio E Mi Auguro....

Giorgio Piga

Fino ad ora non ho né commentato né voluto scriver nulla riguardo all’aggressione subita dal premier in piazza Duomo il 13 dicembre al termine di un comizio, mentre si accingeva ai suoi soliti bagni di folla; volutamente ho lasciato trascorrere il tempo per riflettere sulla vicenda a mente fredda. Ricapitoliamo un po’: Berlusconi afferma (almeno secondo quanto detto dal fido Bonaiuti) di essere preoccupato del clima d’odio di quegl’ultimi giorni ancor prima di salire sul palco e di temere gli accada qualcosa di grave. Tant’è che, finita la manifestazione, tal Tartaglia, sfuggito agli occhi esperti della sicurezza, lancia una statuetta raffigurante il Duomo contro il presidente che, immediatamente, viene trascinato via e caricato in macchina anche se, prima di essere trasferito in ospedale, mostra al suo popolo il suo volto insanguinato e sofferente. Le dichiarazioni si susseguono, Gasparri dice che, Cicchitto chiosa, Di Pietro continua a sbagliare strategia ecc. Ora, al di là di ogni dichiarazione o critica o quant’altro, posso dire che il volto dolorante del premier in quel momento era il volto dolorante di una persona qualunque, perciò non posso che condannare il folle gesto di uno sconsiderato, seppur psicolabile; va condannato senza se e senza ma. Né tantomeno condivido il solito façon de faire del leader dell’Idv. Tuttavia, non posso certo essere d’accordo con le frasi Cicchittesche e Gasparrine, trite e ritrite peraltro; tutto ciò è frutto del clima d’odio continuo contro Berlusconi: questo il sunto dei due capigruppo. Calma, ragazzi miei, calma. Nessuno vuol certo difendere Tartaglia, ma non si può certo pensare che il clima d’odio contro il presidente del consiglio sia frutto unicamente degli attacchi, che credo del tutto legittimi in un paese democratico, o delle idee di una fazione politica che, oltretutto, tende semplicemente a interpretare il pensiero di chi la vota e che in tale pensiero ci si ritrova. E a mio avviso, la violenza dello scontro politico non è nata per caso o per puro capriccio, ma è degenerata in questi ultimi sedici anni, da quando cioè Berlusconi è entrato in politica. Il primo ad abbandonare un sereno clima di confronto, se la memoria non mi inganna, è stato lui, infischiandosene bellamente del rispetto per gli altri, avversari e non; lui, il primo che non ha mai pensato o voluto pensare all’importanza del ruolo di leader di partito, prim’ancora che capo di governo. Sarebbe troppo andare a contare le innumerevoli frasi sconsiderate propinateci in questi sedici anni, per inquadrare un attimo il fatto che, forse, non tutto può essere dovuto a chi la pensa diversamente. Ripeto, ciò non giustifica minimamente un attacco fisico contro la persona del presidente del consiglio né nei confronti di chiunque. Ritengo però che, se un tale è arrivato a compiere una simile nefandezza, spinto magari dal fatto di essere considerato un coglione perché vota a sinistra (mi si perdoni il banale esempio, ma credo calzi alla perfezione), qualche domanda sullo stato attuale delle cose il premier se la dovrebbe porre; in una situazione come quella in cui ci troviamo ora, nel clima di tensione verbale e politica che caratterizza l’Italia al momento, mi è difficile pensare che quanto è successo sia colpa di una sola parte che inculca “odio” e antiberlusconismo nelle menti che, quando son labili come quella dell’aggressore, vengono influenzate negativamente e avvengono episodi come quello a cui abbiamo assistito. Prendo atto del fatto che Di Pietro non utilizza una dialettica che porti ad un raffreddamento del clima, già piuttosto acceso, ma prendo atto anche del fatto che tutta la maggioranza prosegue insistente sulla strada della chiusura pressoché totale, basata sull’antico e fatiscente schema “con me o contro di me”. Ben facile dire poi che con questa sinistra non si può dialogare quand’è Berlusconi stesso che da sedici anni detta le regole del confronto mai disposto a scendere a compromessi, oppure ribalta il tavolo delle trattative come avvenne per il patto della crostata; trincerandosi dietro alla numerologia dei sondaggi e al settanta percento dei consensi o, meglio ancora, dietro a frasi che riguardano un coinvolgimento totale del popolo italiano con le sue idee. Presidente si rassegni, non tutti gli italiani sono con lei perché ben il trenta percento la pensa diversamente, me compreso, dichiarandosi assai contenta di questo. Mi compiaccio della sua rapida guarigione e mi auguro che quanto successo non si ripeta più; mi auguro anche che lei non sfrutti questo violento episodio per difendere oltremodo certi atteggiamenti, a mio avviso indifendibili e mi auguro che, prima o poi, qualcheduno in più all’interno della maggioranza sia in grado di esprimere il proprio pensiero senza che, necessariamente, rifletta in tutto e per tutto il suo.