lunedì 16 novembre 2009

Crocifisso Nel Calderone

Amedeo Maddaluno

Come tutto ormai in questo nostro povero paese, anche un tema profondo come l’opportunità o meno di esporre il crocifisso cristiano nei luoghi pubblici non è stato oggetto di un sereno dibattito, in seguito alla nota sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, ma è stato trascinato nella macelleria della strumentalizzazione politica, un “calderone” che tutto inghiotte e tutto trita. Tutto finì in un colossale lancio di scarpe fra laici e cattolici. Non ho la pretesa di portare a soluzione un dibattito in cui tutti hanno detto di tutto… mi piacerebbe, timidamente, suggerire un ottica un po’ diversa del problema. Personalmente sono assai contrario a rimuovere il crocifisso cristiano dalle aule scolastiche “manu militari”, in seguito ad una sentenza di tribunale, specie quando la maggior parte degli italiani appare contraria. I simboli, specie se hanno un enorme peso storico, molto meglio spiegarli che rimuoverli. Percepisco a pelle, in oltre, l’antidemocraticità della risoluzione, l’imposizione venuta dall’alto. Bene sarebbe che potessero essere gli italiani ad esprimersi referendariamente… ma per abrogare quale legge? L’esposizione del crocifisso cristiano nei luoghi pubblici e civici è, per così dire… una prassi. Il punto è proprio questo. Come la pensiamo noi cattolici sulla prassi che vuole il nostro crocifisso esposto nei luoghi pubblici? Non ho mai detto “crocifisso”, ma “crocifisso cristiano”: è senz’altro, come abbiamo detto, un simbolo - ma uno dei tanti - della storia e della cultura del nostro paese, ma è solo in ambito cattolico che quel simbolo cessa di essere un segno storico al pari di altri, e diventa il fondamento del messaggio più profondo della nostra fede, il Dio fattosi uomo e per l’uomo immolatosi. Lo spunto che ci terrei a suggerire è questo, rivolgendomi ai miei correligionari cattolici. Quel simbolo è il segno potente del nostro rapporto con Dio: non temiamo si svilisca, per così dire “inflazionandosi”, a forza di venire esposto anche nelle scuole, e nelle poste, negli uffici… ci fa poi così piacere che la croce cristiana sia ridotta a semplice “prassi”, lei che era “scandalo per i giudei, e follia per i pagani”?

2 commenti:

Gianpaolo Repici ha detto...

La mia opinione: no, non temo si svilisca quel simbolo, assecondando la prassi di cui si è parlato nell'articolo. Certamente non è un simbolo inflazionato, dal momento che la sua presenza è sempre più precaria. Il fatto che venga esposto o meno non influisce sul mio personale rapporto con la fede, non lo banalizza, per come la vedo io. Semmai, mi aiuta a ricordare chi sono. A capire che non tutto nel mondo è relativo, e che se in Italia abbiamo Roma e il Papa non dobbiamo voltare le spalle a ciò che siamo. Nel bene e nel male.
Credo sia giusto lottare per tenere il Crocifisso esposto. Per tanti sarà una prassi, ma se per alcuni quella prassi aiuta a gettare uno sguardo un po' meno freddo sul mondo e a pensare a qualcosa di più grande, allora ha un valore enorme. A prescindere dall'esattezza della loro fede.

Una domanda soltanto: perché non abbattiamo le nostre chiese per trasformarle in edifici di cui non sia ovvia a prima vista la funzione? L'imponenza della Croce sui campanili e sulle cupole non potrebbe forse ferire coloro che non si dichiarano cattolici? Evitiamo loro questo problema. Radiamo al suolo il Duomo di Milano.

Damiano ha detto...

E' assurdo affrontare un problema di giustizia (è giusto togliere il crocifisso?) guardando alla sensibilità della maggioranza.
Uno, perché di sensibilità si tratta, non di ragione.
Due, perché è maggioranza.
Sostenere che una sentenza sia antidemocratica, significa non aver ben chiaro il significato stesso di democrazia, che non è "decidono i più", bensì qualcosa di un po' più complesso.
I tribunali, cioè lo stato di diritto, esistono proprio a tutela delle minoranze. Tutela delle minoranze contro posizioni del potere maggioritario che risultano ingiuste sulla base di princìpi (uguaglianza, laicità), che si è scelto di mettere alla base di tutto.
Perdonami, ma la tua analisi è molto, molto debole.